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27 febbraio 2006

Prato-Cavese 0-2, gli Aquilotti vanno in fuga

Nonostante i buoni propositi, stavolta, l'inviato Bicienz, è stato "ingabbiato" dal lavoro e quindi assente in quel di Prato. Nessun problema, la redazione gira a mille ed ecco quindi la cronaca di Old Fan... LIBERTA' PER BICIE'! Con una partita molto accorta ma allo stesso tempo gagliarda, la Cavese si impone anche sul terreno del Prato e si lancia in fuga solitaria in un torneo dove le avversarie dirette sembrano aver mollato del tutto. Gli aquilotti prevalgono per 2 a 0 al cospetto di un avversario che denota sicuramente dei grossi limiti tecnici e di organico, ma che prova fino all’ultimo a conquistare un risultato utile. Anche se l’ambiente in casa dei lanieri è tutt’altro che idilliaco con la pesante contestazione sugli spalti all’indirizzo dei Toccafondi, famiglia proprietaria del club toscano. Campilongo schiera la formazione migliore e la Cavese si proietta in attacco dal primo minuto, impensierendo in più di una circostanza Layeni. Al 26’ gli aquilotti raccolgono il meritato vantaggio con un’incornata di Nocerino su splendido assist, l’ennesimo, di Marco Arno. Sbloccato il risultato, i metelliani controllano il gioco, rendendosi pericolosi anche senza affondare troppo i colpi. Ad inizio ripresa, Aquino si divora l’occasione del raddoppio dopo essersi portato a tu per tu con Layeni, ma all’85’ lo stesso attaccante ex del Frosinone firma il 2 a 0 con un bellissimo tiro dal limite che va ad insaccarsi sotto la traversa. Esplode il tifo dei metelliani, la Cavese è sempre più solitaria in vetta alla classifica. Solo per scaramanzia i tifosi non vogliono pronunciarsi sull’esito di questo campionato, anche se la vittoria sembra proprio a portata di mano. (in foto:delegazione della coldiretti a prato)

Le foto di Prato - CAVESE

Cantuccini Nocerini...bruttini ma buonini..e...Aquini!

Ieri, nella sede distaccata della pasticceria Biancoblu, con sede a Cava, si è impastato un gran bel dolcetto… Con cura amorevole è stato confezionato uno zeppolone che prende sempre di più la forma di una C… La “premiata gollerìa Campilongo” ha infornato due dolcini che ci hanno rinfrancato dopo il lungo viaggio ed addolcito il ritorno. .. A nulla è valsa la resistenza della squadra pratese, che a dispetto della posizione in classifica, non ha giocato affatto male, anzi, un paio di volte ci ha anche fatto stringere le chiappine per la paura… Week end denso di contenuti culturali… A cominciare dall’aperitivo in libreria sabato sera, passando per la fiorentina al sangue, fino a terminare completamente “disorientati” a causa del vino, nel bel mezzo del centro storico, minacciando di morte chi passava col traffico chiuso a tutta velocità tra la gente… I vigili urbani hanno apprezzato tale “pacifica” collaborazione, ma credo siano stati felicissimi della nostra (mia) partenza! Il tutto condito da un frenetico “azzecca azzecca” di adesivi per preparare il tragitto ai nostri concittadini che non lo conoscevano… La partita è stata allietata dalla presenza in tribuna di Pierluigi Pierozzi, che mai sarà dimenticato da noi Cavesi per l’affetto e l’attaccamento alla maglia biancoblù dimostrato in uno dei momenti più bui della storia della Cavese. Si è conclusa con il saluto di tutta la squadra e la dirigenza al completo che, venuti sotto le cancellate, ci hanno “dato il cinque” e stretto la mano come se anche noi fossimo gli artefici di quel successo. Per uno come me che era fermamente convinto che il pubblico possa influire solo in negativo sul risultato ma non in positivo sulle vittorie, è stato un bel ricredersi… Un ultimo doverosissimo anche se per me sofferto “Bravo!!” lo rivolgo a Della Monica: Uno a cui piace imparare. Magari all’inizio ci mette un po’ di tempo, ma una volta che ha capito come si fa, non lo ferma più nessuno!! Così sta facendo con la Cavese, dopo un po’ di vicissitudini dei primi anni,è partito, e sicuramente farà sentire il suo nome anche nel mondo del calcio. Da apprezzare inoltre il suo comportamento da “patron”: non appare mai, lascia il proscenio agli altri, ma da dietro, sta facendo un lavoro egregio… Non vi stupite, non mi ha chiesto lui di scrivere queste parole, anzi, non gli sono (e non mi è) per nulla simpatico, ma merita gli elogi di tutti noi, e se prima o poi, ci porterà in B come io sono convinto che accadrà, sarà per me un vanto avere la sua inimicizia…. Forza Cavese. JdA A breve le foto

24 febbraio 2006

La squadra cadavere...

Tutto era ormai finito... Tutto.... La serie C.... La sfravecatese.. Anzi no! La terza categoria... Sob....Sigh... Me misero Me tapino... Zio paperone era disperato! Non aveva più i soldi nemmeno per comprare il thè caldo a fine primo tempo... La Salernitana defunse per mano di un napoletano... Era come se Moratti da allenatore del milan avesse messo il curaro nel fondotinta di Galliani..! Fu un duro colpo per il popolo pescatore.... Le pescherie, per protesta cominciarono a vendere solo bastoncini findus... Qualcuno iniziò a vendere il pane. Le patatine.... Avevano perso la loro dignità... Putroppo potrei andare avanti per ore senza mai arrivare ad una svolta. La spirale della sfiga è appena iniziata. Siamo solamente al primo, tenue, mezzo giro iniziale... La vertiginosa discesa arriverà dopo... Nel frattempo, noi stiamo già dando la prima mano di vernice al nostro PATTINO!!! Daremo la seconda... La terza... Gli daremo una bella lucidata. Non abbiamo fretta. Ma alla fine verremo!!! Ci metteremo al glorioso seguito del mitico barbone tutto blù e ci porteremo la zolla di centrocampo a casa come glorioso ricordo!! Ed il giorno dopo vi adageremo sopra un bellissimo aquario con due pesci rossi, anzi granata............................. ...............MORTI!!!!!!!

23 febbraio 2006

Siamo internazionali!!

I plutocrati dell'informazione, coloro che al posto del megafono usano il nastro adesivo per tappare le bocche altrui senza sapere che tappano la propria, sono fermamente convinti che una notizia sia efficace SOLAMENTE se la recepiscono tante persone contemporaneamente ed in un singolo evento (quando conviene a loro..). La logica è la stessa della veteroinformazione da bollettino di guerra, dove il mezzo di comunicazione era uno solo e chi perdeva quell'unico treno restava a piedi.... Non riveliamo invece come dovrebbe essere la comunicazione moderna. Non vogliamo regalare a queste persone preziose dritte alle quali io sono giunto attraverso anni e anni di attenzione dedicata all'informazione ed ai suoi veicoli. Anche se nemmeno capirebbero... A riprova di ciò che ho appena affermato vi propongo una mail a dir poco significativa che lascia intendere la potenza e la "durability" nel tempo dello strumento "internet". Ancora una volta il protagonista di tutto ciò è Enzo Paliotto,il nostro nume tutelare della storia biancoblu che spero di salutare di persona al più presto... JdA Ciao Blu, guarda l'altro giorno che cosa mi è capitato di trovare nella mia posta. Leggi attentamente, penso che è una cosa veramente allucinante. Come vedi non mi faccio nessun film, noi siamo conosciuti ovunque. A presto. "Gentilissimo Signor Vincenzo Paliotto, Le disturba il giornalista romeno Stefan Dumitru, caporedattore del settimanale Pronostic Sportiv e collaboratore al settimanale Loto Prono, la rivista del Totocalcio romeno, al quotidiano Sport Total ed all Annuario del calcio mondiale, pubblicazione che esce a Torino dal lontano 1989 sotto la cura di Salvatore Lo Presti. Ho 53 anni e seguo con amore e passione il calcio meridionale da oltre trent anni, ma anche la cultura dal Mezzogiorno. Navigando sull Internet ho trovato anche il sito cavese.it, bello ed interessante. Ho scoperto nel Suo bellissimo libro che parla anche dallo sfortunato Signorini, l ex-capitano del Genoa 1893, ma anche giocatore del Cavese. Posso dirLa che Signorini l ho visto nel novembre 1991 nella partita di ritorno con la mia Dinamo nel secondo turno della Coppa UEFA, match terminato 2-2. Lo stile con quale Lei scrive questa storia sulla Cavese mi ha affascinato e sarei molto lieto di poter avere nella mia collezione il Suo libro. Seguendo il calcio meridionale, non posso dimenticare da quella straordinaria promozione della Cavese in Serie B nel lontano 1981, poi da quei tre campionati trascorsi dai biancoblu nella cadetteria, con calciatori come Paleari, Giuseppe Pavone, l attuale direttore generale del Foggia, del libero Polenta, delllo stopper Chinellato, del mediano Aldo Firicano, del centravanti Sartori, ma anche di quella vittoria per 2-1 contro il Verona, squadra che ha vinto la stagione 1981-82 ed ha promosso in Serie A. Poi di quel sesto posto nella stagione 82/83 e con due risultati straordinari: 2-2 in casa e 2-1 contro il Milan a San Siro. Che tempi belli! Voglio informarLa che al piu presto faro una recenzione nel mio settimanale sul Suo libro, perche sono lettori romeni che da quando in quando si interessano anche della squadra da Cava dei Tirreni. Con il Suo accordo voglio pubblicare nel settimanale Loto Prono la Sua foto, un breve CV ed una schedina Totocalcio alla rubrica <>, rubrica dove sono stati ospiti negli ultimi trent anni presidenti, dirtettori sportivi, allenatori, giocatori e giornalisti italiani e romeni. Tra questi ultimi posso ricordare dell ex-radiocronista della Rai e direttore del mensile Super B, Ezio Luzzi, dell ex-caporedattore della Gazzetta del Sud, sezione Reggio Calabria, dott. Saverio Pedulla, del Suo figlio Alfredo Pedulla, l'attuale capo del dipartimento della cadetteria dal Corriere dello Sport-Stadio ed altri." Concludo con la speranza che Lei accetterà la mia proposta. I miei ossequi, Stefan DUMITRU Bucarest - Romania P.S. Prego trasmettere alla dirigenza, alla squadra ed a tutti che amano il Cavese in bocca al lupo in questa stagione e la promozione in Serie C1. La redazione di cavese.blogspot.com

20 febbraio 2006

I Cavesi che hanno fatto grande Cava - Prima puntata: Gino Palumbo

Ogni Città ha la sua "Hall of Fame". Cava ne ha una piena di persone speciali che le hanno dato lustro. Impariamo a riconoscere queste persone. Non perdiamone la memoria. Avere un maestro del giornalismo italiano che è nato a pochi metri dal Duomo non è cosa da tutti. A scrivere le righe che seguono è stato Vincenzo Paliotto. Il mio personale ringraziamento e quello di tutta la Redazione non è solo di circostanza,ma è il concreto atto di riconoscenza di chi sa che nel suo space può vantare l'articolo scritto da una delle memorie storiche della Cavese, nonostante la giovane età... Egli stesso avrebbe voluto che lo si pubblicasse in due parti,ma è talmente interessante che lo leggerete tutto d'un fiato e quando sarete arrivati in fondo vi dispiacerà. Buona lettura... JdA Gino Palumbo, il giornalismo nel sangue di Vincenzo Paliotto Non è dato sapere come il talento si manifesta e ripresenta negli uomini nella loro fase adolescenziale, ma senza ombra di dubbio si può sostenere , come del resto egli stesso amava dire, che Gino Palumbo è nato con il giornalismo nel sangue. Se Gianni Brera è stato definito, peraltro discutibilmente, come la massima espressione del giornalismo sportivo italiano di ogni epoca, senza dubbio Gino Palumbo ne è stato il campione, il fuoriclasse assoluto dal punto di vista dei record di tiratura e copie vendute dei quotidiani sportivi. Una capacità che hanno portato ad etichettarlo come il giornalista-manager dell’editoria italiana. Il giornalismo sportivo appunto ha toccato, guidato dall’insaziabile ed inarrestabile Gino Palumbo, traguardi fino a quel momento non solo mai raggiunti, ma addirittura impensabili. La sua impostazione editoriale influenzò quella che sarebbero state in questo ambito le direttive dei successivi trent’anni. Palumbo nasce il 10 gennaio del 1921 a Cava de’ Tirreni da Amedeo Palumbo, avvocato di ideali socialisti, e da Rosalia Bellet, di chiari origini francesi. La famiglia visse fra la propria casa di Napoli e quella di Cava de’ Tirreni, situata nel Palazzo Palumbo, proprio all’angolo con Piazza del Vescovado, dove il piccolo Gino era nato. Conservò un rapporto con la valle metelliana consolidato, condito da affetti ed amicizie importanti, non solo di carattere sportivo. Furono proprio i parenti e gli amici cavesi ad ogni modo ad incoraggiarlo più di altri verso l’avventura nella professione giornalistica. Aspirazione spesso ostacolata dai genitori, più propensi ad insediarlo negli studi legali del padre di Roma e Cava. Ma come detto, Gino Palumbo aveva il giornalismo nel sangue e cominciò a scrivere già piccolo di età. Nel 1935, infatti, è già collaboratore della Gazzetta dello Sport, presso la redazione napoletana guidata da Arturo Collana. La gavetta è lunghissima, ma nel ’38 ottiene la firma degli articoli, peraltro con un siglato Gi. Pa. Nel 1944 passa al nascente giornale La Voce, che esce il 7 agosto del ’44 come quotidiano dei lavoratori del Mezzogiorno. Comincia ad emergere la sua classe di giornalista ed organizzatore. Nel 1945 lancia La Voce dello Sport, settimanale sportivo del Mezzogiorno. Il giornale aumenta rapidamente le vendite e Palumbo viene inevitabilmente notato da Il Mattino, diretto da Giovanni Ansaldo. Palumbo passa alle colonne del quotidiano partenopeo nel 1950, alla guida dei servizi sportivi. Commenta appassionatamente le vicende del Napoli, ma non trascura, anzi rivaluta il cosiddetto calcio minore e le altre discipline sportive. Infatti, rilancia la disputa del Giro della Campania di ciclismo, grazie alla profonda e genuina amicizia stretta con Fausto Coppi, che partecipa a tutte le edizioni di questa competizione organizzate dal giornalista del Mattino. Il destino lo riporta anche sulle tracce della Cavese che lo ha visto nascere. Spesso è inviato sul campo dove sono di scena gli aquilotti. Tuttavia, le pagine del Mattino non sono più sufficienti per contenere la verve sportiva di Palumbo, che il 26 ottobre del 1953 fonda con Egidio Stagno Sport Sud, periodico interamente dedicato agli avvenimenti sportivi del Meridione. Attraverso la pubblicazione di questo nuovo giornale di successo propone iniziative nuove e valide verso le realtà calcistiche minori e non solo. E’ tra i primi a proporre le rappresentative regionali per dilettanti, una vetrina che permette a tanti talenti di uscire fuori dall’anonimato. La sua professionalità ha ormai da tempo valicato le dimensioni regionali e del centro-sud, essendo ormai le sue capacità più che note anche alle redazioni dei grandi quotidiani nazionali. Ed è proprio da uno di questi che giunge una proposta irrinunciabile per la sua carriera. Lo chiama, infatti, nientemeno che il Corriere della Sera, diretto da Alfio Russo con la chiara intenzione di rilanciare la testata anche nella veste sportiva. Palumbo arriva a Milano spaesato ed immalinconito il 6 gennaio del 1962. Nonostante tutto, non tarda ad ambientarsi nella realtà milanese, dove trova terreno fertile per raggiungere i risultati prefissati. Del resto ha qualcosa in comune proprio con Alfio Russo, anche lui uomo del sud e che ha sposato una cavse doc come Ada Rispoli. Al Corsera coglie subito un risultato importante, dotandolo di pagine sportive succose ed efficienti, con servizi fino a quel momento del tutto estranei nell’impaginazione del giornale. In pochi mesi rivoluziona la redazione sportiva del Corriere, tanto da mettere in crisi gli avversari del “Giorno”, capitanati da Brera. L’acerrimo rivale meneghino inizia a nutrire sentimenti di disprezzo verso il “bianco del sud”,così come con toni razzisti identifica Gino Palumbo. Ed inoltre etichetta il Corriere della Sera come Partenope Sera per le firme dello stesso Palumbo e Ghirelli, entrambi della Campania. La rivalità tra Brera e Palumbo è ormai riconosciuta e documentata. I due si fanno portavoce di un calcio diverso per tattica e valori. Difensivo e critico quella di Brera, offensivo e spettacolare quello di Palumbo. Riescono persino a scazzottarsi nella tribuna stampa dello stadio Rigamonti nel corso di un Brescia-Torino del 1965. Intanto la sua ascesa nelle gerarchie del Corriere è prorompente, anche quando nel ’68 la direzione del giornale passa da Russo a Giovanni Spadolini, che lo nomina vice-direttore. Il 4 dicembre del 1972, comunque, accetta l’offerta di dirigere il Corriere d’Informazione, per una nuova ed accattivante sfida editoriale. Il giornalista-manager ci crede, ma gli sono fatali dei titoli a caratteri cubitali poco conformi all’etica del paese e al clima politico quali “I metalmeccanici hanno sempre ragione” e “Signor Ministro, si dimetta!”. Il 29 maggio del ‘75, infatti, lascia non senza livore la direzione del Corriere d’Informazione. Sembra ormai tagliato fuori dalle grandi strategie politiche ed editoriali dei quotidiani. Anche se il suo esilio è effettivamente più breve del previsto. Il 6 novembre del 1976 è chiamato a dirigere La Gazzetta dello Sport, ormai in perenne discesa nei numeri della vendita che la Rizzoli vuole assolutamente rilanciare. In pochi mesi la rosea diventa il giornale con la maggior percentuale di incremento delle vendite, ben il 45,3%, non solo nella graduatoria dei quotidiani sportivi. Tra il 1980 e il 1983 la Gazzetta diventa il quotidiano fra quelli sportivi e non più venduto in Italia. Il giorno dopo la vittoria ai Mondiali di Spagna nel luglio del 1982 vende 1.374.000 copie. Palumbo riceve i complimenti e le congratulazioni di tutti, anche da un grande imprenditore come Gianni Agnelli, meno che da quel Brera, che al suo arrivo in via Solferino abbandona la rosea. Un’altra sfida, ad ogni modo, si presenta all’orizzonte ed il 13 marzo del 1984 arriva sulla sua scrivania la proposta per la direzione del Corriere della Sera, la testata più prestigiosa ed ambita del nostro paese. L’incarico partirebbe dal 19 giugno, la Rizzoli gli affida una nuova sfida. Ma la penna magica di Palumbo questa volta deve fermarsi, anche se avrebbe tutte le carte in regola per accettare questo nuovo incarico. Un male incurabile lo sta distruggendo lentamente. Allora rimane al fianco della moglie Carmen fino ai suoi ultimi giorni del 1987, quando muore nella sua casa in via Pascoli a Milano. Se ne va in punta di piedi Gino Palumbo, comunque acclamato e rimpianto da tutti. Aveva sicuramente cambiato il volto dell’informazione giornalistica italiana e dello stesso sport nostrano, che il maestro Palumbo aveva presentato e raccontato con toni nuovi e spettacolari. Uno sport vero e genuino, lontano dai contorni e dal business televisivo, assolutamente dedito ai valori e dal volto umani.

Avese uoiopelli appiano ere 1-0

Vittoria hon meritho e hon enorme numero di ppalle golle pè nnoi! Il uoiopelli era la nostra bestia nera! All'andatha non rihordo la partitha perchè haddi sotto i holpi di una fiorenthina esajerata e di du bottiglie di vvino a trippa dura!! Rihordo he il rithorno fu uno spaccamento di hoglioni per i lavori in horso sull'authostrada vverso roma... Lasciamo la sintesi della partita al nostro inviao!! Vai Biciè!! Che dire... é stata una partita sofferta, giocata bene, anzi benissimo dai nostri, ma sembrava la partita di domenica scorsa, una partita stregata, tant'é che anche oggi Mancinelli ha dovuto restituire parte dell'ingaggio al Grande Puffo. A rimarcare questa sensazione é l'errore dal dischetto del tedesco, la prima volta volta in questa stagione, e il primo pensiero in molti di noi é andato a parare alla partita disputata al Lamberti col Gubbio. Per fortuna che San Salvatore da Fuorigrotta (t' n'ja' i!!!) ha cacciato dal cilindro il solito numero di prestigiatore, escludendo Alfano dalla disputa, inserendo u Parent (ma pò, parent' i chi?), che ha partecipato, anzi é stato l'ispiratore dell'azione che ha portato al gol vittoria. Dopo non c'é stata più storia, un pò di tensione é venuta ai 4.000 quando, in un'azione Schetter ha avuto la peggio, causa un duro takle tra il blufoncé ed un calciatore toscano, uscendo zoppicante dal terreno di gioco. Poi, c'é stato lo show dello Sciamano, il Lamberti era una bolgia, si saltava e si cantava in tutti i settori dello stadio, sia per la vittoria, sia per i risultati pervenuti dai campi di Castel San Pietro, che di Monte San Savino. Che dire, siamo i più forti ed il campionato sta eleggendo MERITATAMENTE la Real Cavese come la reginetta del girone B di C2!!! Accorriamo numerosi a Prato, a portare in alto i colori della Città, di una nobile Città che vuole crescere con questo trionfo, dopo tanti anni bui, che vuol essere di nuovo splendente come nel passato. Siamo i più forti!!! Ringraziamo il nostro prezioso corrispondente. Ci ha messo 27 minuti netti a scrivere tutto ciò. Nel frattempo ci siamo buttati la pasta e fatto un torneo di playstation a perdere...

18 febbraio 2006

Per un nuovo miracolo granata!!

Cari Italiani. Il nostro uomo è lui. Lui ci riporterà ai fasti del passato. Ci farà rivivere ere di tonfi granata mai visti! 10 anni di trionfi, per un unico grande miracolo granata! Gli effetti non stanno tardando! Dopo la terza categoria, stà cercando di togliergli anche il nome. E per giunta a salerno (merda) sono stati col fiato sospeso in attesa del responso di un giudice...di napoli!! E' come se Bush decidesse di prendere lezioni di bon ton alla scuola privata del Mullah Omar.... Poveracci! E sono pure contenti che il suddetto giudice abbia deciso in loro favore... Caro Nello. A salerno, un solo presidente ha fatto meglio di te,Napoleone!! Tu sei come Gesù. Come Robin Hood... Hai rubato agli idioti per dare ai cavajuoli. Noi ti lodiamo. Ti benediciamo. Ti aspettiamo per donarti le chiavi della città!! Uno di noi non avrebbe fatto di meglio! Ti invitiamo a continuare a lavorare alla costruzione di questo nuovo miracolo granata! Restare 35 anni in D! Lo so. Hai firmato tempo fa il "Contratto con i Cavajuoli". E lo hai rispettato in pieno! La terza categoria è molto più di ciò che ti avevamo chiesto quando ti eleggemmo "Inviato speciale" in terra "trigliense". Noi, gente semplice e di poche pretese, ci saremmo accontentati di un paio d'anni di C. Tu invece sei stato troppo generoso... Li hai spazzati dal gioco del calcio e non vuoi nemmeno che li nominino!! Troppa grazia sant'aniello....

17 febbraio 2006

Bloccato traffico di "alibertina"

Una nuova ed inquietante minaccia, turba la tranquillità della città "trigliense". Sembra che sia al centro di un vasto commercio di questa nuova sostanza. Gli effetti dell'alibertina sono pericolosi e dai duplici effetti. Innanzitutto si assume per via "auricolare", cioè sentendo parlare "Nellino nostro" mentre dice che "loro" non possono nemmeno usare il nome della squadra. Comunque, una volta assunta provoca degli effetti devastanti!! Si inizia subito ad urlare "GOOOOOOLLLLAAAAAA!!!", il paziente assume una strana e sbarazzina pettinatura riccia ed unta, gli spuntano gli occhiali e porta "automaticamente" la 100 di pantaloni. La notte talvolta egli urla:BBBABBUUUUUU!!! Tali devastanti effetti portano a vedere cose strane tipo la serie A... La champions league. Il real... Ronaldinho che va a vivere a mariconda... Insomma.... Davvero pericolosa!! Ma tu tutto ciò dura ben poco. Dopo un pò si dischiudono le porte della percezione e si passa a vedere scene degne di Auschwitz... Nellino che si è venduto tutto. La terza categoria. Petrucci che fa il bagno mentre loro spaccano il porcellino per ripianare il "canyon" delle Champions League... Nulla. E ti svegli il mattino dopo talmente frastornato che senti il fiato della Cavese che sta arrivando... E allora a quel punto avresti voluto essere l'amante della moglie di Jonah Lomu, saresti stato più tranquillo. Vorresti essere stato confinato nei boschi della tunguska anzichè vedere tali e tante scene raccapriccianti... Chi l'ha provata ci riferisce che è una sensazione strana e terrificante. Ci si sente come il vermetto mentre sta per essere afferrato dall'aquila prima di essere portato dal suo piccolo per il pranzo. Non credevamo che in giro esistessero cose tanto pericolose, per fortuna che il comandante della locale stazione dei gendarmi ha fiutato la cosa e ne ha fermato la diffusione. Siamo contenti che tale abominevole traffico sia stato debellato. Ora c'è solo la dura realtà...

16 febbraio 2006

Libertà d'informazione vs Murdock & Co. 1-0!

Ogni tanto arriva anche una buona notizia. Qualcuno di buon senso capisce che in Italia ci sono cose più gravi e più importanti che limitare la libertà dei cittadini. I soli ad essere salvaguardati sono i lobbisti. Il digitale terrestre. Sky... Ci danno anche i contributi statali! Contributi per farci stare seduti davanti alla Tv a lobotomizzarci con le loro cagate! Ci aiutano a diventare presto obesi e senza interessi, perchè meno ci spostiamo e più siamo controllabili! L'ultima merdata? I mondiali su Sky!! Ribelliamoci! A costo di seguire le partite dal televideo!! E' l'unica via di fuga che ci resta... Nicola Clivio, GIP del Tribunale di Milano, ha dissequestrato i siti "Calciolibero.com" e"Coolstreaming.it", oscurati precedentemente per accertamenti della Guardia di Finanza. Questi siti internet consentivano di vedere gratis le partite di calcio tramite un collegamento P2P con reti televisive cinesi . Il dissequestro dei siti avviene dopo aver chiarito un punto fondamentale: il reato è avvenuto in Cina, non Italia, dato che i server sono ubicati sul territorio cinese.Ora, rimane la preoccupazione per chi vende il servizio calcio nel nostro paese. La vicenda è ben lungi dall'essere conclusa tuttavia possiamo dire, in gergo calcistico: P2P TV vs Emittenti televisive = 1-0,palla al centro. Speriamo bene..

15 febbraio 2006

Clamoroso provvedimento per la partita “DEN HAAG vs AJAX”

di Old Fan

La ventiquattresima giornata dell’Eredivise, la Serie A olandese, è stata caratterizzata, oltre che dal consolidato primato in classifica del PSV Eindhoven, dai momenti di grande tensione per la partita tra il Den Haag, squadra de L’Aia, ed il blasonato Ajax di Amsterdam. Le due formazioni hanno interessi di classifica diametralmente opposti. I padroni di casa devono evitare i play-off per non retrocedere, mentre i lancieri dovranno lottare strenuamente al massimo per guadagnarsi un posto in Europa, lontanissimi comunque dalla lotta per il titolo, che riguarderà soltanto il PSV e l’AZ di Alkmaar, staccato a 5 lunghezze dalla capolista di Eindhoven. Ad ogni modo, la sfida in casa del Den Haag è stata segnata da tensioni già largamente previste alla vigilia dalle forze dell’ordine, in quanto le due tifoserie sono divise da un’accesissima rivalità, radicata negli anni. Il Den Haag, pur essendo un piccolo club, ha sempre ribadito il suo fiero ostracismo nei confronti del club più blasonato dei Paesi Bassi. Del resto le città di Amsterdam e L’Aja sono divise anche da una contrapposizione storica e politica tangibile. La prima è la capitale di fatto del paese, la seconda è la capitale a livello amministrativo. Comunque il piccolo Den Haag è solito rendere la vita difficile tra le mura amiche a chiunque, anche ai supporters aiacidi, nonostante la squadra non sia sempre prodiga di risultati soddisfacenti negli ultimi anni. Tuttavia, i gialloverdi vantano un passato prestigioso con in bacheca due coppe nazionali vinte nel 1968 (proprio ai danni dell’Ajax) e nel 1975. Il Den Haag disputa le proprie gare interne nel piccolo, ma accogliente Zuiderpaark e vanta addirittura amicizie ultras con il Legia Varsavia e la Juventus, i cui drappi sono esposti in ogni partita casalinga. Nella scorsa stagione i suoi tifosi sono balzati agli onori della cronaca per aver fatto sospendere la partita tra il Den Haag ed il PSV per cori razzisti, inducendo appunto il direttore di gara ad un clamoroso triplice fischio anticipato. Stavolta, però, a segnalarsi per le intemperanze sono stati i tifosi dell’Ajax, che nella notte di venerdì hanno assaltato in una settantina un club di sostenitori del Den Haag, ferendo ben 5 supporters avversari, di cui uno accoltellato. Il raid notturno ha avuto ovviamente un seguito drastico ed irrevocabile. Infatti, il Borgomastro dell’Aja, non solo ha impedito ai tifosi dell’Ajax di assistere all’incontro della domenica, ma ha proibito loro di recarsi per le partite in casa del Den Haag per le successive 5 stagioni. Un provvedimento record non solo per il calcio olandese, ma per quello mondiale. Per la cronaca l’Ajax ha vinto per 2 a 1, passando per primo con il ceko Grygera, vedendosi raggiunto dal momentaneo pareggio di Mols, ma andando nuovamente e definitivamente in vantaggio con un chirurgico diagonale del giovane Huntelaar. Ha potuto così festeggiare il suo secondo successo consecutivo il tecnico Danny Blind. Anche se la vittoria dell’Ajax è passata in secondo piano, dopo quanto era avvenuto nelle ore precedenti la partita. Un episodio che ha fatto meditare l’opinione pubblica olandese, anche se il paese dei tulipani non è nuovo a clamorose azioni degli hooligans di casa. Qualche anno fa centinaia di supporters dell’Ajax e del Feyenoord, divisi da un’altra storica rivalità per il calcio nazionale, non potendosi affrontare in prossimità dello stadio per le imponenti misure di sicurezza, si diedero appuntamento nelle sconfinate campagne olandesi per regolare una volta per tutte i conti in sospeso. Anche l’Olanda, paese apparentemente tranquillo, vive, ed in che modo, la propria lotta ai turbolenti del tifo.

14 febbraio 2006

Adolfo Milite, il n° 2 del miracolo...

Il bisogno di dare un'informazione diversa alle persone che ci vogliono bene e che ci leggono, il bisogno di parlare fuori dalle righe e fuori dai perbenismi bacchettoni...Tutto ciò ci ha spinti ad impegnarci per la creazione di questo blog. E fedele a questa linea di pensiero, rivolgo un saluto ad un uomo che ha contribuito a dare lustro alla squadra della mia Città, morto violentemente come nessuno merita di morire... Adolfo Milite, allenatore in seconda della Cavese della serie B. Sin d'ora intendo dissentire dai vari coccodrili che parleranno di lui con gli occhi gonfi di lacrime, quando invece quand'era vivo...Sin d'ora intendo dissentire da chi vorrebbe sminuire il suo operato. Il tg1 lo ha ricordato come allenatore del Campobasso nel 1989 e come allenatore in seconda della Cavese del periodo d'oro della Serie B. Hanno fatto parlare al telefono Mister Santin... Mi sono venuti i brividi. Io lo ringrazio e lo saluto. Di tutto il resto, me ne frego... Il bene che ha fatto lo ha fatto anche ai Cavesi ed a Cava. Il male che ha fatto lo ha fatto solo a se stesso. Lo vogliamo ricordare vestito da calciatore, in posa davanti alle gradinate del "Comunale di Cava" da una foto rubacchiata da "porticando.it" del mio amico Carlo Panzella.... Grazie Mister. E basta

Giù al Nord

Con piacere pubblichiamo: Da: Data: 13 febbraio 2006 10:40:42 CET A: "tuseijeeg" Oggetto: ricordi...vecchi ricordi...ma sempre vivi! Ciao Caro Amico, tra la mia collezione di vecchie foto ultras ne ho trovate due che fanno parte della vostra storia...avranno almeno venti anni...in una, la vecchia e magica Falange, nell'altra un fotomontaggio che racchiude una Vostra mitica trasferta a Perugia (ricordo almeno 60 pulmann); te le invio in allegato e se vuoi sarei ben lieto di spedirti gli originali certo che rimangano in buone mani e nella più giusta collocazione! Di nuovo saluti ed in bocca al lupo per il campionato! Vecchio Guerriero '69

Rivelazioni...

Ogni religione ha il suo mausoleo, ogni fede ha un posto dove naturalmente si pone il centro del loro credere. Noi a Cava abbiamo questo centro. Anche morfologicamente, il posto dove c'è il vero aquilotto è simile ad un tabernacolo, un luogo sollevato da terra che fa intendere la sua natura spontaneamente "aerea"... Noi ce l'abbiamo il centro del nostro essere orgogliosi di far parte di questo posto. Lo sanno i Cavesi veri. Chi altro ce l'ha? Tutte le squadre che hanno legami forti con il loro antico passato. Sulle aiuole dei giardini fuori dal castello sforzesco di Milano, c'è il biscione visconteo, il simbolo dell'Inter... La Lanterna di Genova.... La Lupa... Il Toro... E perchè no, il "mitico" cavalluccio della Ferrari! Di tutti questi emblemi non avete bisogno di cercarne il disegnatore o l'ideatore... dovete solo chiedere dov'è, perchè esso esiste ancora. E' nella città della squadra. Non si è mai mosso..... L'aquilotto è tutto ciò! E' un'entità che è nata insieme alla Cavese e non se ne è mai distaccato. Quello dovrebbe essere solo fotografato e cucito sulle maglie! Sono poche le squadre che in Italia possono vantare un legame "concreto" con la loro storia! Ed è ovvio che se il simulacro di una fede lo si può toccare, o vedere dal vivo, lo si consegna automaticamente non solo alla storia, ma lo si imbeve di leggenda e di mito... Noi Cavesi sappiamo che l'aquilotto non è un segno messo lì a caso. Egli esiste nella nostra vita quotidiana, ci passiamo davanti come l'Interista quando porta a scorrazzare suo figlio sui giardini del castello sforzesco...

12 febbraio 2006

Cavese-Montevarchi 0-0 dal nostro inviato: Bicienz

Dagli uffici della redazione è il robot d'acciaio che vi parla... La partita è finita. Noi non ci siamo stati,ma in settimana abbiamo concluso un contratto miliardario con il nostro inviato:BICIENZ!! L'emittente americana CNN ha appreso la notizia con il panico di chi sa di essersi messo contro un vero MOSTRO dell'informazione sportiva!! Ma passiamo alla cronaca: "Uagliù!!Imm' jucat' a port' american'!!!!" E' stato questo il suo laconico ma chiarissimo commento alla fine della partita! A lui la parola, pardon, la tastiera...... La Cavese ha anche oggi dimostrato di essere la regina del campionato, sfornando una prestazione degna di tal nome ed anche se non siamo ritornati con il bottino pieno, é grande in noi la consapevolezza che siamo i più forti e nulla potrà scalfire quando nei mesi scorsi abbiam seminato! Non resta che unirci sempre più a questa nostra fede per portare in alto l'aquilotto che ha voglia di volare alto e librarsi in un cielo disegnato biancoblu! L'Arechi si avvicina e tutto il popolo cavese dev'essere chiamato di nuovo allo stadio, per prepararsi a quel che é l'evento da tanto tempo aspettato!!! I 1500 della redazione sono sull'attenti commossi per questa lezione di giornalismo. Siamo orgogliosi di avere già un inviato... Grazie Bicienz!!

No al calcio moderno, no alla pay-tv

Il nostro amico "Old Fan", parte integrante del nostro team, ci ha inviato un articolo che pubblichiamo con piacere... Al di là di rinnovamenti tecnico-tattici presunti o tali, il calcio moderno si identifica inconfutabilmente nel suo smisurato ampliamento della dimensione mediatica. In particolar modo del mezzo televisivo, che ha contaminato fino all’inverosimile la stessa struttura calcistica del “palazzo”. Negli ultimi 10 anni il calcio in Italia, come del resto nei paesi europei più evoluti, ha vissuto appieno la sua trasformazione attraverso i palinsesti della pay-tv. Un aspetto che sembrava essersi introdotto lievemente nell’agosto del 1993, quando per la prima volta una partita della Serie A del campionato italiano si è disputata in notturna per esigenze televisive. Nell’occasione Lazio e Foggia conclusero le proprie fatiche sullo 0-0, inaugurando l’era del campionato della pay-tv. In 50 anni di storia la televisione ed il calcio avevano vissuto in simbiosi, anzi il tubo catodico aveva contribuito in maniera determinante a far diventare il calcio uno sport popolare, tuttavia senza eccessi ed esasperazioni. Ad ogni modo, nessuno mai avrebbe immaginato che poi la stessa televisione avesse gestito i calendari e le sorti dei campionati. Infatti, da quella domenica di agosto del ’93 il posticipo di una partita della Serie A divenne una consuetudine, come per la B l’anticipo al venerdì sera. Nel giro di un paio di stagioni il campionato di calcio perse la sua caratteristica più naturale. L’appuntamento domenicale del pomeriggio, che tutti i tifosi dedicavano alla loro squadra del cuore, spariva mestamente. Si inaugurava quello che tristemente fu ribattezzato il campionato-spezzatino, perché fra posticipi, anticipi, gare in notturna e pomeridiane diventava difficile capire una giornata del campionato quando iniziava e quando la stessa finiva. La Serie A e B furono tornei completamente sconquassati dalla nuova politica televisiva. Il calcio diventava sempre più un fattore televisivo soprattutto finanziato dai soldi della pay-tv, accrescendo gli interessi economici e politici di presidenti e manager, che avevano rinsaldato le loro alleanze all’interno dell’industria del pallone. A margine del complesso sistema di interessi del football figurano i diritti dei tifosi ormai depredati delle bellezze maggiori dello sport più amato e seguito del mondo. I sapienti dirigenti del calcio mondiale sono riusciti a snaturarlo dei suoi aspetti migliori, credendo di sostituire le emozioni dei gradoni popolari e pregni di storia degli stadi con le poltroncine della pay-tv. Il calcio moderno si è impoverito tecnicamente e tatticamente, ma soprattutto sotto il profilo etico e romantico. La pay-tv con le sue cordate di truffaldini investitori ha tolto agli amanti del football quel calcio dal sapore antico e romantico che molti tifosi vogliono ricordare. Di conseguenza gli interessi economici si sono accresciuti in maniera macroscopica, facendo lievitare i contratti dei calciatori, arricchendo i club già economicamente più forti ed indebitando irrimediabilmente quelli più deboli. Il calcio è approdato in Borsa, posponendo il fattore economico a quello agonistico. Tra il 2002 e il 2003 questa speculativo sistema ha condotto al fallimento squadre che hanno scritto la storia del calcio italiano come la Fiorentina, il Torino e il Napoli, seguite da una miriade di compagini del panorama della C e scongiurandolo provvidenzialmente alle due squadre della Capitale. Molti proprietari dei club avevano individuato nei soldi erogati dalla pay-tv una svolta economica epocale, investendo enormi capitali prima ancora di averli intascati, gonfiando stipendi tra contratti principeschi e plusvalenze. Questa prospettiva proposta da Murdoch si è invece rivelata utopica ed oggi il pallone, almeno nei confini nostrani, è scoppiato con impegni economici da onorare e soldi che mancano clamorosamente. Soltanto una repentina inversione di rotta potrebbe garantire futuro e solidità a questo sport. Purtroppo a tenere fede al movimento del pallone sono rimasti solamente i tifosi con la loro passione, il loro seguito, con la speranza e l’intenzione di riassaporare quel calcio dal sapore antico, così genuino e così vero. Non sarà facile ad ogni modo contro le potenze economiche e politiche della pay-tv, sebbene molti in questo sistema sembrano rivoltarsi contro. Ormai i soldi della televisione mascherano anche esigenze agonistiche ed ambientali palesi. Ad esempio, con quale criterio nei mesi invernali le partite vengono giocate in notturna con temperature polari? E’ capitato di assistere in questi anni a partite del torneo cadetto di venerdì o lunedì sera dove le condizioni atmosferiche proponevano soltanto esibizioni di non-calcio. Giocatori infreddoliti e spalti semideserti con l’utente della pay-tv a godersi l’anticalcio per eccellenza. Ma probabilmente neanche questo frena gli speculatori del pallone. Nel 1994 la Coppa del Mondo fu giocata negli USA e le gare si disputavano alle 12 o alle 14 con temperature che sfioravano o raggiungevano i 40°. Il tutto per garantire la copertura televisiva in tutto il pianeta. Non è azzardato dire che il mondiale americano fu il più brutto di tutta la storia del calcio. Intanto mentre la pay-tv continua ad imperversare nelle nostre tradizioni e nei nostri costumi calcistici e non qualcuno ha pensato fortunatamente di non uniformarsi al sistema. Gli ultras, unicamente chiamati in causa quando accusati ed additati soltanto per violenze o quantomeno di note negative, in tutti gli stadi d’Italia stanno combattendo tenacemente la politica della pay-tv e del calcio moderno. Almeno potranno dire di non essere stati complici della scomparsa del gioco più bello del mondo.

11 febbraio 2006

Cugini'S Gallery

qualcuno dirà: era ora...

Omaggio/Rammaggio a...Salerno

Cari amici, vi diamo il benvenuto sul nostro blog. Qui si può parlare veramente di tutto, ma la parola d'ordine, tanto per cambiare, è sempre la stessa... MANNAGGIA SALIERN!! Buona lettura. Pochi chilometri di distanza: Anni luce di differenze... A Salerno per tradizione se ti vedono mangiare le patatine ti pestano a sangue. - A Cava se mangi le patatine ti proclamano invece santo patrono della città’ e si festeggia per una settimana. - Fra Salerno e Cava c’e’ un’antica rivalita’ basata sulle patatine. - Nell’antichità a Salerno i criminali venivano giustiziati a colpi di patatine. Il plotone di esecuzione veniva sempre da Cava. - In tutta l’Italia, tranne che a Salerno, gli incendi si spengono gettandogli sopra una marea di patatine con i Canadair. - Un fatto curioso e’ accaduto recentemente all’aeroporto di pontecagnano : una vipera mangiando una patatina si e’ morso la lingua ed e’ morto. -A Salerno gli orologi subacquei vengono venduti con un sommozzatore omaggio. - Nel campionato di pallamano salernitano i giocatori per tradizione quando segnano dei gol particolarmente belli si suicidano. -A Salerno e' di moda farsi lapidare: si ottengono effetti simili all'idromassaggio. - Nella costa sud e' ancora diffusa una specie di chitarra tradizionale a forma di cavalluccio dotata di circa un milione di corde. Ai tempi dell'uomo di Neanderthal nessuno avrebbe detto che Salerno sarebbe diventata quello che e'. - In alcune zone di Salerno si fa il tifo per l'orzata. - In un paesino lì vicino c'e' un gallo che canta cosi' piano che il padrone lo fa dormire con la testa infilata nel suo orecchio, senno' la mattina non lo sente! -A salerno e' di moda farsi lapidare: si ottengono effetti simili all'idromassaggio. -Quest’ anno i contadini salernitani per protestare contro il governo invece di seminare grano hanno seminato dei semi finti, di plastica. -La cerimonia di consegna degli MTV salernitan music awards e’ stata interrotta da uno che abitava al piano di sopra perche’ non riusciva a dormire. -A salerno cresce una qualita' di uva con cui si produce l'aceto di mele. -Gli scienziati salernitani hanno inventato un dentifricio al gusto di spazzolino. Visto? Piccole distanze,grosse differenze di mentalità… by JdA