E adesso ridateci la gioconda!!

In questo giorno glorioso per la giovane storia d'Italia, tutti noi siamo più Italiani di ieri. Si. Perchè purtroppo o per fortuna, l'Italia come nazione cresce soprattutto quando può cullare l'aureo trofeo del calcio globale. E a quanto pare, tutti gli altri popoli del mondo ci stanno i imitando. Basti guardare il gran numero di capi di stato che c'erano stasera a Berlino. Se una volta il valore di un popolo si misurava con le guerre, se fino ad un ventennio fa lo si misurava con i soldi, oggi lo si misura anche con il valore calcistico. Se consideriamo il Brasile come un caso a parte, dove per il calcio si vive e talvolta ahimè, si muore, l'Italia è davvero sul tetto del mondo! Oggi il mio popolo è migliore di ieri. La mia Città pure. Il mio pensiero commosso va a coloro che non sono più tra noi ed in particolare a due persone di cui non faccio il nome per non essere retorico, che oggi purtroppo non hanno potuto festeggiare tra noi, ma che stanno traboccando di gioia tra la schiera dei giusti. Due persone che al calcio e alla famiglia hanno dedicato gran parte delle loro vite. Due percorsi diversi ed apparentemente paralleli, ma che come ci insegna la matematica "si incrociano solo all'infinito". Oggi due vite che fanno parte dell'infinito e dell'eterno sono nei nostri cuori e festeggiano con noi!! Da quaggiù possiamo solo cercare di imitare il loro esempio e gioire pensando che le cose si possono cambiare. Il mondo può cambiare. Anche attraverso il calcio, perchè no. Se il gioco è la metafora della vita e se la sconfitta aiuta a crescere e a vincere, i Cavesi e gli Italiani, dopo un quarto di secolo di purgatorio e di sofferenze, oggi si sentono vincitori grazie soprattutto alle loro sconfitte. Che la sconfitta non sia metafora della morte. Che la morte non sia metafora della fine. Che entambe siano semplicemente il giusto preludio ad una gioia maggiore che più tardi arriva e più è grande!!! Viva l'Italia Viva Cava!!!