Al Tarantino con affetto
Come mai in 150 siamo tutti criminali ed in 600 siamo tutti bravi ragazzi?.... Ringrazio "perlanera" e riporto il suo prezioso commento come "reportage" della vittoriosa trasferta... perlanera ha detto... …dal nostro inviato, direttamente dalla "spiaggia dei limoni”… Caro Mimì, che domenica fantastica! Peccato veramente per chi non c'era... E' indescrivibile la gioia che ho provato. Eppure comunque stenderò una parola dopo l’altra per cercare di indurre, nel tuo animo, almeno il profumo delle sensazioni che io ed altri nostri amici abbiamo gustato domenica scorsa a Taranto. Sento che devo farlo, proprio per chi non è potuto venire fin laggiù, nella terra della manduria e dell’ubriacante vino “primitivo”, ubriacante come le finte di Toledo, o le percussioni di Catania. E ubriacante come la grinta degli aquilotti. Leoni, senza nulla togliere al re della foresta. Ti racconto la trasferta di Taranto, così come l’ho vissuta io, da tifoso in un pullmann quieto, quello del “Punto blù”. Inutile dirti che quando ho compreso che non saremmo mai giunti prima dell’inizio della partita, ho cercato freneticamente, con il mio telefonino, la frequenza delle radio locali. Ho ricordato, tutto d’un tratto, che il mio cellulare fungeva anche da radio e, intorno al 10’ del primo tempo, ho agganciato una radiocronaca del match. La Cavese era già stata pericolosa in almeno 2 occasioni ed il Taranto sembrava shoccato dalla partenza a testa bassa degli aquilotti. E la cronaca era di marca rossoblu! Un’auricolare in un orecchio, l’altro auricolare nell’orecchio del Laps, mentre con le labbra ripetevo pappagallescamente le parole che ascoltavo, a beneficio degli amici nel pullmann. Già era chiaro: la Cavese c’era, ed era venuta per vincere! Come al solito, penserai. Ma non come a Foggia, per esempio. Stavolta era sul serio, lo intuivamo già dalle prime battute. Ercolano aveva già sfiorato la rete, mentre il Taranto non aveva ancora saggiato i guantoni del nostro insuperabile Mancio. Poi l’ingresso dei pullmann all’interno dello stadio. La prima cosa che ha toccato la terra pugliese è stato un “cipollone”. Il suo prosieguo è stato un coro che veniva dal profondo dell’anima: “tarantino, pezzo di merda”. Non lo condividevo, ma la mia bocca lo pronunciava già. Gli aquilotti sembravano saltellare di gioia quando, con le nostre urla, rivendicavamo la nostra e la loro presenza lì. Appena dentro lo stadio una valanga di fischi mi ha assordato: è stato uno spettacolo vedere oltre 4 mila cristiani urlarti contro “cavaiuolo, pezzo di merda” ed a ruota, 8 o 9 mila che saltano al ritmo di “chi non salta è cavaiuolo” sulla melodia di “oh bella ciao”. Quanta adrenalina! Non avevamo ancora preso posto in gradinata e già tutta Taranto cominciava ad odiarci. “Vai Cavese, vai Cavese, eh, eh” è stato il nostro biglietto da visita, seguito da “alè, Cavese alè, Cava de’ Tirreni alè…”. Intanto nel terreno di gioco Ercolano incornava splendidamente proprio sotto di noi e Pinna compieva un vero miracolo. Le nostre corde vocali avevano superato anche la prova degli acuti: ormai eravamo pronti per i nostri cori di battaglia, a mo’ di mantra, ripetitivi ed ossessivi: “eheheheheheheheh, ohohohohohohohoh, eheheheheheheheh, ohohohohohohohoh”. E fra cori e striscioni esposti dalle opposte tifoserie è scivolato via il primo tempo. “Dal 1919 da padre in figlio…coniglio” il loro striscione più divertente; “chiudi bene la gradinata altrimenti entriamo di nuovo”, il nostro. “Noi vogliamo questa vittoria”, cantata da tutta la curva tarantina, ha accompagnato i 22 atleti negli spogliatoi. La loro curva era piena come un uovo. Una grande macchia rossoblu: non riuscivo a fissarli per più di qualche secondo! Bellissima. Che bello sarebbe stato uscire indenni dallo Jacovone. Anche dal punto di vista del risultato, intendo. Era dura, ma potevamo farcela. L’approccio alla gara del Taranto, all’ingresso in campo nella seconda frazione di gioco, è stato superbo, finanche troppo spavaldo. Con l’amico Granituccio, sugli spalti, non avevamo neanche finito di commentare “scendete pure, con i vostri terzini, non curatevi di Schetterino, Ercole e Peppe Aquino…chè se non riuscite a segnare subito, ve faccimm’ arricreà”, quando Romondini ruba palla a centrocampo e… si, li abbiamo fatti proprio arrecreare. Una ventina di "celerini", che avrebbero in teoria dovuto impedirci qualsiasi contatto con la loro tribuna, erano intenti invece ad imparare il "dale Cava" ed a mascherare la puzza di bruciaticcio che fuoriusciva dalle loro parti meno nobili. Che fossero tarantini, si sentiva dalla puzza di pesce che aleggiava nell'aria. Ma attenzione: non era puzza di ippocampo, piuttosto di mitili andati a male, a tipo "colera". Poi l’incidente di percorso: un'esplosione di gioia di 8 o 9 mila tarantini. Rigore, e poi gol di Cammarata. Vecchietti che danzavano in “tribuna”, donne e bambini del settore “distinti” che gareggiavano a chi rivolgesse il gesto più irritante e sconcio al nostro indirizzo. Tutta la Taranto calcistica era uscita da un baratro: perdere in casa contro la Cavese. Gridavano come i bambini delle scuole comunali di Corso Mazzini, quando verso “la mezza” aprono i cancelli e li sciolgono a piazza Lentini. Noi tranquilli. Intanto “l’uno ad uno” era dignitosissimo, e soprattutto loro si erano proprio cacati sotto. Era già un ottimo risultato. Eppure il meglio doveva ancora venire: quando il fischio che ha sancito il rigore su Schetterino è risuonato nell’etere pugliese, è stato un po’ come quando si stura improvvisamente un “cesso appilato” e tutta l’acqua e quant’altro va giù, in un solo colpo, lasciando praticamente la tazza asciutta. Così il fiato ha abbandonato la gola delle migliaia di tarantini assiepati in ogni angolo dello stadio. Il groppo che era sceso giù consentiva loro a stento di respirare; se ne sentiva quasi il rantolo. Ma di emettere addirittura un suono, non se ne parlava proprio. Poi la grande implosione di collera, degli stessi 8 o 9 mila, alla trasformazione di Tarantino. Si racconta che una simile implosione sia stata registrata soltanto nei primi istanti della deflagrazione, nell’atollo del Pacifico, dell’atomica francese, qualche anno fa. Poi lo stillicidio dei minuti di recupero e finalmente la corsa dei ragazzi sotto la nostra curva, panchina compresa, al momento del primo dei tre fischi di fine gara (al terzo fischio, avevamo quasi già cantato anche "zump' zump' guagliò"!!!). Un “finché vivrò…” per Catello, a fine gara, con i ragazzi sotto la curva, in uno stadio ammutolito è troppo difficile da rendere con le parole. Spettacolare anche la desolazione di 400-500 tarantini rimasti, attoniti, nella loro curva, per almeno una buona oretta dopo il fischio finale. Come serpenti, erano rimasti incantati dai nostri canti, ritmati. Dalla nostra gioia essi distillavano fiele tremendo che impediva loro di muoversi e, in un ultimo fiotto di voce, ci hanno urlato “a mezzanotte, uscite a mezzanotte…”. I calciatori del Taranto, "docciati" e rivestiti, lasciavano alla spicciolata lo stadio, transitando sul terreno di gioco proprio sotto i nostri occhi: la colonna sonora da noi inscenata è stato un “porò porò, porò porò, poropopò, poropopò” sulla melodia di Stanlio e Ollio. Al solo Panini è stato concesso un sentito applauso, pregno di antichi ricordi. Poi le forze dell’ordine ci hanno praticamente costretto a terminare la festa ed a lasciare lo stadio e lo Shamano ha ripiegato i suoi bulbi oculari che ormai erano usciti di oltre mezzo metro fuori dalle loro orbite. Noi volentieri saremmo rimasti fino a sera, magari avessimo potuto avere anche una ‘mpepatina di cozze… E poi il tragitto in mezzo alla città, per un chilometro o due, fra grigi palazzi di periferia, con qualche teppistello che faceva prove di lancio con pietre. Utilizzava però, il discolo, la comune “sfravecatura”, peraltro centrando pure una macchina parcheggiata di chissà quale povero Cristo tarantino, per il quale è proprio il caso di dirlo: capa rotta e zella spaccata! Un altro imbecille è andato un po’ meglio, ma non di molto: dall’unico cavalcavia che c’era, ovviamente dimenticato dalla polizia, è stato cazzo di non centrare il nostro pullmann. Non so come abbia fatto a mancarci, ma poi ha ripreso la giusta concentrazione e si è fatto perdonare al secondo lancio, centrando in pieno il pullman dietro di noi. Per fortuna il parabrezza ha retto e ci sta consentendo di scherzare, anche se la paura e la preoccupazione per i nostri amici, al momento, ci ha fatto arrivare il cuore in gola. Quelle astute volpi delle forze dell’ordine ci hanno poi spiegato che non era stata una loro leggerezza, bensì una costruzione abusiva: infatti, prima della gara non esisteva alcun cavalcavia. Ma Taranto è al 1° posto per l’abusivismo edilizio “sportivo”, per cui i tarantini riescono a costruire, in pochi minuti, edifici e strade dai quali lanciare le pietre ai tifosi avversari, senza che la polizia possa fare niente per evitarlo. Non si può credere che un popolo represso possa arrivare a tanto. Purtoppo è così. Da lodare i nostri supporters che, sebbene in chiaro atteggiamento guerriero, soprattutto nel tragitto di rientro, fuori dallo stadio, mai hanno dato adito a scene di guerriglia, mai lasciando i pullman e mai lanciando oggetti verso i teppistelli che facevano capolino ai vari incroci stradali attraversati. Che resta da dire? Che le prove tecniche per l’Arechi hanno sortito buoni effetti. Ma attenzione, era una prova in piena regola, risultato compreso… …w lo sport...
16 Comments:
Grande!!!
non ci sono parole siete sempre i più diretti,complimenti anke alla colonna sonora che è azzeccata sia x quelle cozze che x i puffi che stranamente ieri avevano ripassato le regole basilari del galateo,ogni tanto fa anke bene!
.....quanto gli è costato fare i bastardi 2 anni fa......prima 3 pappine lo scorso anno al ritorno poi due ostriche quest'anno......com'è stato bello guardare in faccia gli stessi poliziotti di allora e riderli in faccia con gusto.....e loro che rodevano insieme ai loro fratellini "ultras" rossoblu-cozzari
maroooo'che spettacolo...perlanera sempre in trasferta,e il giorno dopo dovrà redigere il suo rapporto!ps aniè,ma avit fatt i scol n'zieme?
..ho dimenticanto come al solito di inserire il nome.....
riguardo gli striscioni fa piacere ke il loro "dal 1919..." lo abbiano copiato da questo blog quando era riferito ai calamri.....
RIDICOLI
PERLA NERA...AL CORRIERE DELLA SERA!
Sì, perlanera e anello hanno fatto la scuola insieme, ma non solo quello..grandi tutti e due, quasi come la cavese
...caro PERLANERA....
aggiungerei:
...CON LA GRINTA DI UN ASTORE...
...SIAM GUIDATI DAL "GESTORE"...
...CON ANTONIO E MARCOLINO...
...E QUANN FA' MATIN....
...NON IMPORTA QUALE ANNATA....
...VULIMM U'VINO I SUL ANDATA...
...QUESTO BUS E NA "STARLIGHT"..
...STEV PURE U"FRIDAY NIGHT"...
TIFO SOLO CAVESE
ODIO SOLO SALERNO
FRIDAY NIGHT CAVESE 1919
plo plo
TARANTINI COZZETTINI
TARANTINO SECONDINO...FIGLIO DI COZZE...........AVARIATE IHIHIHIHIHIHIHIHIHIHIHIHI STO GODENDO ANCORA DAL GOL DI UN "TARANTINO"
Perlanera si tropp gruoss.....
grandissimo gallareggae.
lo so che tu sei sempre cavaiuolo nel sangue. mi raccomando educa il tuo piccolo alla cavese!!!!!!!
un grosso bacio toso (giorgione)
cia mio grande compagno di merende!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
COMPLIMENTI, FA PIACERE VEDERE CHE CI SIA UNO SPIRITO COSì MATURO E SIMPATICO A SEGUITO DELLA CAVESE .CONTINUIAMO COSì E LO STADIO VEDRà SEMPRE PIù ...FIGLI.
DAL 1919 DA PADRE IN FIGLIO !!!!!!!!!
mammamia che tristezza
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