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22 luglio 2007

Il profeta del goal

di Vincenzo Paliotto. Il profeta del gol è il titolo di un famoso film che uscì nelle sale cinematografiche nel 1976, scritto e diretto dalla voce gracchiante di Sandro Ciotti ed impreziosito dal suo talento giornalistico ricco e fluente e mai banale. La pellicola narra in termini entusiastici della carriera del grande giocatore olandese Johann Cruyff, fuoriclasse che esplose sul finire degli Anni Sessanta che si poteva definire l’uomo nuovo del calcio mondiale. Perché se di Maradona e Pelè si può dire che siano stati i migliori in assoluto, Cruyff è stato senza dubbio il maggior talento mai espresso dal calcio europeo e soprattutto simbolo ed immagine di un calcio nuovo ed un costume di vita innovativo. Oltretutto Johann Cruyff fu la maggiore espressione di qual calcio totale professato dall’Ajax e dalla Nazionale Olandese che strabiliò la scena mondiale. Il virgulto nato ad Amsetrdam il 25 aprile del 1947 impressionò per le sue sfavillanti doti atletiche unite ad un talento tecnico fuori dal comune. In quanti di noi di quella generazione degli Anni Settanta avremmo voluto giocare al calcio come Cruyff. Dotato di grande rapidità nella corsa e nelle giocate, Il Tulipano volante, altro azzeccato soprannome, era quasi inarrestabile in progressione, lucido ed ubriacante nei dribbling, ma anche freddo ed estremamente efficace in zona-gol. Il giocatore che indossava quasi sempre una maglia con il numero 14, che divenne famoso in tutto il mondo, spese la sua carriera soprattutto tra l’Ajax, la squadra in cui era cresciuto, ed il Barcellona (è in suo onore la scelta dell'arancione come seconda divisa dei catalani ndr), che lo acquistò a peso d’oro, prima di emigrare nel soccer statunitense con Los Angeles Aztecs e Washington Diplomats per poi tornare ad Amsterdam e chiudere la carriera con gli arcirivali di sempre del Feyenoord. In carriera dominò con l’Ajax il panorama europeo vincendo tre volte la Coppa dei Campioni, ma lasciò un ricordo indelebile anche nel Barca. Oltretutto diffuse il nuovo verbo calcistico con la sua fantastica Olanda, partecipando alla Coppa del Mondo del 1974, dove arrivò in finale sconfitta dai padroni di casa, ma uscendo come vincitore morale della rassegna iridata. In Germania Cruyff realizzò gol di pregevole fattura a Brasile, Argentina e Uruguay in compagnia degli ottimi Neeskens, Rep, Krol e Van Hanegem, costituendo una squadra leggendaria. Cruyff e gli olandesi ebbero il merito di esprimere negli Anni Settanta un calcio nuovo e libero dagli schemi. Meno rigido e più fantasioso, espressione di un movimento giovanile evolutosi e più avanti con i tempi. Il talento olandese dominò le scene mondiali in quegli anni. La sua vita agonistica è costellata di successi: 5 scudetti olandesi, 3 Coppe dei Campioni, 1 Intercontinentale, 2 Supercoppe Europee, 1 Liga spagnola e 1 Copa del Rey ed 1 scudetto con il Feyenoord. Johann ha vinto anche per 3 volte il Pallone d’Oro Le suggestive immagini ne ripercorrono la sua brillante carriera ricca di gol e soddisfazioni. I gol e le giocate ne rendono l’idea di calciatore universale e senza limiti così come voleva essere l’espressione del calcio totale. Simpatico il rigore battuto in combinazione con il danese Jesper Olsen nel campionato olandese. Tocco laterale per il danese e nuovo cross al centro per Cruyff che insacca. Fu la prima volta che un rigore veniva battuto in questa maniera. Cruyff rappresentò il mito di una generazione che voleva cambiare e che stava rapidamente cambiando e che modernizzò il calcio verso una direzione più atletica, veloce e coinvolgente, ma senza cambiare le regole del gioco, anzi appassionando ancora di più i tifosi. Ad ogni modo, nonostante la sua popolarità, Cruyff rimase un personaggio ed un campione essenzialmente vero, lontano dalle cronache rosa e dalle veline, che arrivava in ritiro quasi mai abbronzato dagli effetti delle lampade e con atteggiamento poco da divo, anche perché la vera star rimaneva sostanzialmente lui. Nel 1978 non partecipò ai Mondiali d’Argentina, idea condivisa dal tedesco maoista Paul Breitner, per protestare con la dittatura militare che governava il paese sudamericano. Con molta rabbia e nostalgia diremmo che nel calcio attuale ci manca un altro Cruyff.

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10 Comments:

At domenica, 22 luglio, 2007, Anonymous Anonimo said...

Bellissime parole e bellissime immagini!

Che dire è proprio vero giocatori con queste personalità se ne trovano sempre di meno in giro (non ultimo Totti che lascia la nazionale...che se ne andassero affanculo tutte queste mezze checche come lui!)

Per fortuna noi quì a Cava ne conserviamo alcuni dei pochi esemplari rimasti (basta un nome Tony D'Amico!!!)

Cmq anche la canzone che accompagna le immagini non poteva essere più azzeccata; non so di chi sia ma sembra dire: "Heroes are hard to find...", niente di più vero!

Ottima idea questa sezione: "Anni di cuoio"

 
At domenica, 22 luglio, 2007, Anonymous Anonimo said...

Meno male che ci siete voi... sugli altri blog siamo al delirio assoluto!
Mah, poveri noi, si é persa la misura di fare e dare notizia, ormai tutti vogliono fare le "star" del momento!!!
Continuate così, ragazzi, a dare sentimento a questo sport amato da tutti, ma da pochi bistrattato!!!

 
At domenica, 22 luglio, 2007, Blogger Unknown said...

Questo commento è stato eliminato dall'autore.

 
At domenica, 22 luglio, 2007, Blogger Unknown said...

L'invicibile Paliotto ha portato alla nostra attenzione un ottimo pezzo, sostenuto dall'entusiasmante video e dal lavoro incredibile dei Link. Bravo bravo!!!

 
At lunedì, 23 luglio, 2007, Anonymous Anonimo said...

A quando un tributo così per il mio idolo...George BEST !!!

 
At lunedì, 23 luglio, 2007, Anonymous Anonimo said...

ma avete visto il rigore? non sapevo che si poteva fare una cosa del genere

 
At lunedì, 23 luglio, 2007, Anonymous Anonimo said...

Caro lettore,

penso che all'interno di questa vasta rubrica troverà spazio anche il mitico George Best, come credo anche altre squadre e personaggi del caclio d'oltremanica.

a presto.

 
At lunedì, 23 luglio, 2007, Blogger Unknown said...

Ao, ma er ventisei so' 80anni da Roma ... io espetto e spero!!! Famme stà bene amico Paliotto!!!

 
At martedì, 24 luglio, 2007, Anonymous Anonimo said...

Amico Romano,

e vabbene 'a Roma che ha 80 anni,
ma la CAVESE E' L'UNICA FEDE che di anni ne ha 88.


a presto

 
At mercoledì, 25 luglio, 2007, Blogger Unknown said...

Sono d'accordo sul valido presupposto che la fede (calcistica) é una sola, su questo non si discute!!!
Sul fatto degli 8 anni di differenza ... bhé avrei qualcosa da ri-dire, ma la risparmio agli amici del blog. A te buon Paliotto, no!!!

 

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