Photobucket

31 ottobre 2007

Il dopo Foggia

di Fabrizio Riskio

Lo avevamo sognato tutti. Di battere il Foggia, magari dopo essere passati in svantaggio, magari con un gol in pieno recupero, per vendicare quella maledetta pugnalata di Mastronunzio che lo scorso 3 giugno al 95’ aveva negato alla Cavese l’accesso alla finale play off. Lo avevamo sognato, tutti. Ancora di più dopo un’estate ricca di polemiche, dubbi e sospetti per il passaggio alla corte del patron Capobianco di Campilongo, D’Amico e Arno. Fino a cinque mesi fa eroi indiscussi ed acclamati in biancoblù, oggi pallidi interpreti in campo e in panchina di un Foggia costruito per vincere e che invece stenta tremendamente a decollare. Impressionante il ruggito del “Lamberti” all’ingresso in campo in tuta rossonera di Campilongo. Assordanti e costanti i fischi per D’Amico durante la gara, ogni qualvolta ha preso il pallone, per la verità quasi mai. Arno, ancora alle prese con i postumi dell’infortunio, non era neanche in panchina. E così 147 giorni dopo la semifinale play off la vendetta è stata consumata. Nel modo più bello, come nei sogni. La zampata di Cipriani, non nuovo a prodezze del genere quando la posta in palio è alta, proprio davanti al suo vecchio maestro in panchina, ci ha regalato finalmente un pomeriggio di gioia e delle emozioni che sembravano ormai finite nel cassetto. Per una volta, sette giorni dopo l’ennesima beffa di Venezia, la zona Cesarini ha sorriso alla Cavese. Ma attenzione, battere in questo modo l’odiato Foggia degli ex non deve essere considerato solo il classico “sfizio” in una stagione finora deludente. Anzi, il 2-1 sui satanelli dovrà rappresentare la vera e propria svolta. Perchè la Cavese, con l’avvento in panchina di Ammazzalorso, sta dimostrando di non meritare le zone basse della classifica e di avere in organico più di una risorsa per rientrare ancora nel giro che conta in un torneo incerto ed equilibrato. Dopo un primo tempo con pochi spunti, dominato dal tatticismo e dalla tensione, la vittoria della Cavese nella ripresa è stata meritata. Troppo rinunciatario il Foggia che Campilongo ha presentato con un opaco 4-4-2, con Coletti e specialmente D’Amico fuori posizione sulle fasce e con in attacco le due torri Biancone e Plasmati che spesso si sono pestate i piedi. Tra i due poi veramente impresentabile è stato Plasmati, finito negli spogliatoi all’11’ del secondo tempo dopo l’espulsione per doppia ammonizione e dopo aver litigato con tutto e con tutti in un’ignobile e continua sceneggiata, poco degna per un calciatore di qualsiasi categoria. E pensare che i pugliesi erano in quel momento in vantaggio, avendo capitalizzato con Biancone la prima vera palla gol della partita, complice una dormita della retroguardia metelliana. Un vantaggio non certo figlio del gioco, perchè il buon Campilongo qui è venuto per difendersi, aggredire a centrocampo e ripartire, mettendo da parte il suo caro 4-3-3. E l’assenza di Del Core per squalifica non può essere certo un alibi. Aveva la partita in mano Campilongo sull’1-0, ma non aveva fatto bene i conti con il cuore della Cavese. Che alla distanza è venuto fuori. Decisivi, al di là dell’espulsione di Plasmati, nella seconda frazione sono stati gli ingressi in campo di Tarantino, Alfano e Giampaolo per Grieco, Scartozzi e Frezza. Con Alfano in mediana a recuperare palloni e a mordere le caviglie degli avversari (a proposito, mister Ammazzalorso, ma come si fa a tenerlo fuori?) e con i guizzi di uno scatenato Tarantino, in versione assist-man, anche Ercolano in attacco e De Giorgio sono diventati più efficaci e la difesa del Foggia è andata in affanno. Purtroppo stavolta Campilongo in panchina per rinforzare la contraerea non aveva nemmeno Poziello, ma soltanto Rinaldi e Panini. E pazienza se il gioco degli aquilotti non è ancora brillante per tutti e novanta i minuti, con il Foggia contava vincere, senza pensare allo spettacolo. Ora è lecito sperare nel bis giovedì nel secondo impegno casalingo con il Monza. Ci vorrà un’altra prova di carattere. La zampata di Cipriani, il boato del “Lamberti”, gli abbracci sotto la sud di fine partita ci fanno ben sperare. Campilongo e il suo deludente Foggia formato trasferta tornano invece in Puglia con le ossa rotte. E la sfida all’orizzonte con la Cremonese di Mondonico sa già di ultima spiaggia. Dopo aver scritto pagine indelebili della nostra storia, Sasà, tentato da chissà quali sirene, sei voluto andare via a tutti i costi e lo hai fatto nel peggiore dei modi. Ma quante volte nella tua carriera dovrai rimpiangere Cava, la sua gente e lo splendido gruppo di calciatori che ti ha seguito pendendo dalle tue labbra. Sei andato a Foggia, sei rimasto in C/1 e sei tornato a Cava da nemico insieme con Tony D’Amico che al “Lamberti” ha giocato domenica a testa bassa, senza nemmeno il coraggio di guardare in faccia i suoi vecchi amici in campo e sugli spalti. Sasà, ma ne è valsa veramente la pena? A tutto però c’è un limite. Ecco perchè, come nei sogni, al 92’ spunta la zampata di Cipriani. Battere il Foggia all’ultimo secondo davanti al tuo ex allenatore che torna da traditore e va via con la coda tra le gambe. Tutto questo non ha prezzo, altro che Mastrecard. Caro Campilongo, fattelo dire, fa male perdere così, è vero, ma te lo sei proprio meritato.

6 Comments:

At mercoledì, 31 ottobre, 2007, Blogger LAB l'Albero said...

mmm...bello corto!

 
At mercoledì, 31 ottobre, 2007, Anonymous Anonimo said...

quoto!

 
At mercoledì, 31 ottobre, 2007, Anonymous Anonimo said...

Il mio capo CAVACOS mi ha trascinato nel fantastico mondo della CAVESE calcio. Sappiate che non amo il calcio, ma per la cavese e il CAVACOS questo ed altro!!! Forza CAVESE

 
At mercoledì, 31 ottobre, 2007, Anonymous Anonimo said...

Grandissimo riskio...
Se questi sono i risultati torna + spesso a Cava per vedere gli aquilotti.
Tanti Cari saluti Minacciosi!

 
At mercoledì, 31 ottobre, 2007, Anonymous Anonimo said...

complimenti per l'articolo, sintetizza tutto quello che c'era dietro questa partita con il Foggia. Campilongo beccati sta pillola e se non vinci con la Cremonese attento a conservare la panchina...
Fabbrì, torna presto che ci porti fortuna!

 
At mercoledì, 31 ottobre, 2007, Blogger hjdslk said...

Sproloquio degno del migliore Jeeg in preda a sostanze "sorprendenti".
Gustoso e ben scritto.
Quoto e spero di leggere articoli simili più spesso.

 

Posta un commento

<< Home