Come la scimmia ha dato origine all'uomo moderno, così l'evoluzione, nel suo benevolo evolversi, è passata dal pisciaiuolo al cavajuolo.
Il tifoso moderno ha un oscuro passato che vi possiamo dimostrare con il reperto che ci è pervenuto e che vi mostriamo.
Pubblichiamo inoltre il post di un amico salernitano che in risposta al nostro sfottò ci ha onorati della citazione storica che segue.
Lo ringraziamo per la collaborazione e lo invitiamo a trovarsi un nick carino e a venirci a trovare più spesso....
Si alla goliardìa
No alla violenza...
Le origini della data di fondazione della colonia romana denominata "Salernum" ci riportano al 197/4 a.C., ma esistono testimonianze storiche che fanno risalire la nascita della città a circa tre secoli prima. Alcuni reperti datano la presenza di insediamenti abitativi (nei pressi di Buccino) addirittura al III millennio a.C. Altri importanti ritrovamenti archeologici testimoniano la stratificazione delle principali civiltà del Mediterraneo: gli Osci, gli Etruschi, i Greci, i Sanniti (Capuani e Lucani), i Romani. Fu intorno al 280 a.C. che i Romani, in seguito alle guerre sannitiche, conquistarono l'intera Campania, istituendo, tra le altre, le colonie di Paestum e Salerno.
"Salernum", posizionata sulla via Popilia nel territorio dei Picenti, era molto ricca e produttiva ed in pochi secoli riuscì a diventare una delle colonie romane più importanti dell’Italia meridionale.
Tra il V ed il VI secolo d.C., Salernum fu dominata dai barbari e dai bizantini. Successivamente, divenne terra di conquista dei Longobardi. Con il dominio del duca longobardo Arechi I, Salernum fu incorporata nel Ducato di Benevento (646), per poi diventare Principato. Il duca Arechi II vi costruì il castello che ancora oggi porta il suo nome e che offrì un rifugio anche a Carlo Magno.
Dopo varie successioni, Salerno fu dominata dal principe Siconolfo, che divise il già piccolo Regno nei due Stati di Benevento e Salerno, divenendo così il primo principe di Salerno Capitale. Il principato di Salerno durò 250 anni e cadde per mano dei Normanni, guidati da Roberto il Guiscardo.
Il processo di cristianizzazione della città (VI secolo) portò alla costruzione di numerose chiese, molte delle quali ancora oggi splendidamente conservate. Fu un fiorente centro economico e culturale, che visse un periodo ancor più ricco e significativo durante la dominazione normanna degli Altavilla, successiva a quella longobarda. In questo periodo (IX secolo), Roberto il Guiscardo, uomo di animo nobile ed amante delle belle arti, arricchì la città con chiese, efficaci opere di restauro e fortificazione, costruzioni di monumenti (basti pensare all’imponente Duomo, nato in onore di San Matteo, ed al castello di Terracena). Il Guiscardo fu anche un uomo di scienza, rendendo la città la patria della Scuola Medica Salernitana, considerata la più antica istituzione medica dell’Occidente europeo, che raggiunse la sua apoteosi nel XII secolo, sotto la rigorosa direzione di una corporazione di medici laici.
Grazie allo storico Giovanni da Procida ed a Manfredi, uno dei più famosi cittadini salernitani, la città fu il palcoscenico di due grandi eventi: l’ampliamento e la ricostruzione del porto (restaurato nel 1318 dal re Roberto d’Angiò) e l’istituzione della Fiera di San Matteo, la più significativa dell’Italia meridionale. La decadenza era, però, alle porte. Con l’avvento degli Svevi, nella metà del XII secolo, la città divenne terreno di malcontento e rivolte. Gli invasori successivi (Angioini, Aragonesi, Spagnoli) si alternarono alla guida di Salerno fino al XV secolo, facendola precipitare in una grave crisi sociale ed economica, con una popolazione che nel XIV secolo, nel massimo del dominio spagnolo, raggiunse i circa 10mila abitanti. Le date del 1656 e del 1688 furono l’amaro teatro di due violentissime tragedie: la peste ed il terremoto. Una lenta, faticosa rinascita della città si registrò solo nel XVII secolo, con la fine dell’impero spagnolo e con i benefici del nuovo ordine politico. Anche nell’arte si registrò una nuova progettualità. A Salerno si affermò lo stile rococò, che portò alla costruzione di strutture di grande interesse di natura storica ed architettonica.
Nel 1799, Salerno aderì alla Repubblica Partenopea. Salirono al trono prima Giuseppe Bonaparte, poi Gioacchino Murat, che nel 1811 emanò il decreto di soppressione della Scuola Medica Salernitana. Gli ordini religiosi furono soppressi, invece, nel 1807 e tutti gli edifici monastici (che nel ’500 erano ben 20) divennero di proprietà del Demanio dello Stato. Un periodo di grandi entusiasmi e passioni caratterizzò il Risorgimento a Salerno, che il 6 settembre 1860 accolse con una gran festa Giuseppe Garibaldi. Le amministrazioni che si susseguirono a Salerno diedero un progressivo miglioramento alla città, che continuò a crescere ed a produrre fino alle soglie della Seconda Guerra Mondiale. Nel settembre del 1943, Salerno fu il punto strategico dello sbarco degli alleati angloamericani, divenendo addirittura la sede del Governo Badoglio dal 12 febbraio al 15 luglio del 1944.
Uscire dalla crisi di una guerra mondiale è un’esperienza dura e dolorosa, ma la città di Salerno lentamente è riuscita a migliorare, arricchendosi da un punto di vista economico e sociale e sviluppando un notevole incremento sul piano urbanistico e demografico. Vivace centro agricolo, industriale e commerciale, dotato di un importante porto, nodo di comunicazione cruciale tra due delle zone turisticamente più note della Campania, la Costiera Amalfitana e la Costa del Cilento, attualmente Salerno presenta un volto prevalentemente moderno, pur conservando un interessante e caratteristico centro storico, ricco di edifici e monumenti di notevole importanza e bellezza. Oggi Salerno corre verso una caratterizzazione sempre più marcata, che pone al centro del proprio sviluppo il turismo e la valorizzazione del patrimonio storico-artistico, che, insieme alle bellezze naturali del luogo, rende "Salernum" una delle mete più ambite d’Europa.