Non ci sarà alcuno sciopero o protesta da parte dei nostri Ultras in occasione della gara di domenica col Ravenna.
Mancheranno striscioni, torce e quant'altro, ma non mancherà l'apporto della Sud e di tutto lo stadio... Qui siamo già in clima partita!
Lunedì scorso durante la trasmissione "Obiettivo Cavese"
è stato contattato, telefonicamente, il Presidente del Ravenna Calcio
Gianni Fabbri.
Lo ascoltavo e pensavo "questa voce la conosco"...
Poi, all'improvviso, la folgorazione. È lui, ne sono sicuro...
di Fabio (Strippoli) Apicella.
Stamane sfogliando la Gazzetta dello Sport, pagina del calcio internazionale, dando uno sguardo a quel che combinano i nostri connazionali in campo europeo, non ho potuto fare a meno di notare, nei TOP 11 europei, il nome di un difensore centrale in forza al Sochaux: Rabiu Afolabi.
Questo nome non mi è nuovo, mi ricorda qualcosa...
Passo al setaccio la sua carriera e ne ho subito la conferma: trattasi di una delle meteore più veloci passate dalla massima serie italiana. Afolabi era presente infatti nella rosa partenopea della disastrosa stagione 97-98, culminata con la retrocessione nella serie cadetta. Giunto al Napoli dalla Standard Liegi il giovane difensore era predestinato (nelle speranze dei tifosi) ad essere il nuovo Thuram ma, alla fine, in quel campionato, non disputò nemmeno un minuto. I sentori del suo flop si ebbero già nel ritiro allorché Zdenek Zeman, dinanzi alla poca voglia di lavorare di Rabiu affermò: penso che un settantenne abbia più capacità atletiche di Afolabi!!! Per fortuna del calciatore la sua carriera è proseguita a livelli medio alti, difatti ora il Sochaux lotta per un posto in Europa e Afolabi è uno dei cardini della squadra. Fortuna questa che non ha accompagnato i molti giocatori giunti al San Paolo dopo la partenza di Maradona. Tanti gli “eredi” del Pibe de Oro rivelatesi delle vere e proprie pippe.
Come dimenticare il difensore francese centrale William Prunier acquistato per 1 miliardo di lire ed autore di due presenze tra cui una all’Olimpico dove la Roma infierì sul derelitto Napoli segnando 6 reti, ed il terzino destro Bertrand Crasson di nazionalità belga e dalla fisionomia rotondeggiante. Come dimenticare i miliardi spesi per acquistare il mitico Josè Luis Calderon pagato la bellezza di 7,5 mld e che dichiarò di poter siglare 33 gol e cioè uno in più di Angelillo*. Per non parlare poi di Gabriel Bordi detto “El tanque”, giunto da capocannoniere della serie B argentina ma che disputò soltanto due gare. Tra gli attaccanti giunti nel capoluogo partenopeo meritano una menzione particolare l’honduregno Pavon e lo slavo Damir Stojak che, inizialmente, destò una buona impressione segnando una rete contro il Vicenza. Posto “d’onore” anche per il “ministro” Flick, difensore acquistato dall’Eintracht Francoforte e per il brasiliano Paquito, rispedito repentinamente in prestito al Ravenna ed al quale veniva imputata un’amicizia “particolare” con il brasiliano dell’Inter Vampeta. Insomma dopo la partenza di Maradona al San Paolo si sono spente le luci della ribalta per molti, troppi anni. Ora che il periodo nero sembra sia passato non ci resta che augurare al Napoli di ricalcare i palcoscenici che merita.
* Antonio Valentin Angelillo (nel filmato), nella stagione 1958-59 realizza ben 33 goal in 33 presenze in Serie A, record rimasto per sempre imbattuto nei tornei a 18 squadre.
da Ancona per noi il buon Strippoli...
Per il secondo anno consecutivo la Cavese fa bottino pieno ad Ancona proseguendo così la corsa ai play-off.
Gagliarda la prestazione espressa da parte dell'unidici aquilotto che riscatta così la prova poco brillante di Giulianova e regala una grande gioia ai suoi tifosi, giunti in buon numero anche in terra dorica.
Dopo un primo tempo abbastanza scarno di emozioni, nella ripresa gli uomini di Mr. Campilongo tirano fuori la giusta cattiveria. A metà del secondo tempo, un doppio tentativo di Prevete preannuncia il vantaggio metelliano che arriva ad opera di Antonio PAVEL Schetter (100 presenze oggi in biancoblu) al termine di un'azione imbastita del neo entrato, e quanto mai decisivo, De Giorgio.
Da registrare ancora una volta l'apporto instancabile del panzer Ercolano che ha spizzicato un'infinità di palloni coprendo egregiamente anche in fase difensiva.
...E adesso pensiamo alla Samb. Grazie a tutti e ALÈ CAVESE!
di Fabrizio Riskio...
Antonio Schetter entra a tutti i diritti nel club dei 100. Domenica ad Ancona l’esterno napoletano festeggerà la centesima presenza in campionato con la maglia della Cavese. Un traguardo importante per l’attaccante aquilotto, da poco rientrato a pieno regime dopo i problemi al ginocchio che ne hanno limitato il rendimento nel girone di andata. Strano destino quello di Schetter, ormai da quattro anni a Cava. Arrivato in punta di piedi nella stagione 2003/2004 nella Cavese di Silva e Castellucci, con l’arrivo di Campilongo e una posizione stabile nel 4-3-3 con il ruolo di esterno con licenza di offendere (e spesso anche di fare gol…), Schetter è definitivamente esploso, segnalandosi come uno dei migliori calciatori di tutta la C e come potenziale uomo mercato. Noi, alla vigilia del rush finale di questo splendido campionato, non possiamo che farti gli auguri, caro Antonio, e dirti 100 volte grazie. Quanta acqua è passata sotto i ponti in questi quattro anni. Dal gol salvezza del 9 maggio 2004 in quel di Rutigliano, alla fantastica galoppata condita da un diagonale mortifero contro la Juve Stabia di king kong Armellini nella semifinale play off del 2005. Dal gol dell’1-1 contro il Sassuolo nella partita del 15 aprile scorso che ci regalò la C/1 all’ultima prodezza in campionato di due domeniche fa con il Martina. E’ il caso di dirlo ormai Schetter, come D’Amico e tutti i protagonisti di questi indimenticabili tre anni, è uno di noi. Chissà che domenica Antonio, proprio in occasione della “sua” partita, non voglia regalarci qualche altra perla. Perché quando sulla fascia sinistra Schetter decide di mettere il turbo, per gli avversari sono seriamente dolori. Chiedete di lui a Zeman e ad Ulivieri che hanno affrontato quest’estate la Cavese in Coppa Italia. Entrambi probabilmente si ricorderanno ancora di quell’imprendibile e generoso trottolino che mise in crisi due squadre di serie B come Lecce e Bologna. Schetter e la Cavese. Una stupenda storia di calcio. Le pagine più belle però di questa storia, siamo sicuri, dovranno ancora essere scritte. Il finale provate ad immaginarlo voi…
TUTTI AD ANCONA!!!
di Fabio Strippli Apicella...
Agli occhi del mondo la nostra Nazione viene spesso ricordata come la patria della moda, ed anche il calcio nostrano non poteva sottrarsi a questo aspetto.
A periodi, di breve e lunga durata, le società di calcio seguono determinate tendenze legate ai successi di una nazione o di un modulo di gioco. È successo con Arrigo Sacchi fautore dello storico 4-4-2, ancora oggi il modulo più usato, ed è successo, con un minor numero di seguaci a causa dei pochi successi ottenuti, al boemo Zeman con il suo 4-3-3.
In fase di calciomercato i procuratori, più di tutti, sono amanti del nome "che fa tendenza", del calciatore proveniente da chissà quale nuova frontiera calcistica o, semplicemente, sono spesso alla ricerca di un Aristoteles qualunque. Così seguendo proprio certe correnti, ad inizio degli anni ’90, salì alla ribalta il calcio colombiano grazie soprattutto al tipo di gioco praticato da Francisco Maturana e dalla sua squadra: il Nacional Medellin.
Il tecnico colombiano riuscì a portare la propria squadra alla finale di Coppa Intercontinentale, persa al 119’ contro il Milan, con un manipolo di calciatori che mise comunque in seria difficoltà la squadra rossonera. Protagonisti di quella formazione furono sicuramente l'estroso portiere Higuita e, sulla mediana, il fantasioso Carlos Valderrama - memorabile la sua folta capigliatura bionda. Dopo i successi ottenuti con il club di Medellin, Maturana passò alla guida della nazionale colombiana e si presentò ai mondiali di Italia 90 come una delle possibili sorprese. Ricordiamo ancora lucidamente i tentativi di dribbling, non riusciti, di Higuita ai danni del “mitico” Roger Milla che, con una doppietta, eliminò la Colombia negli ottavi.
Fu allora che i procuratori "made in Italy" impazzirono andando alla ricerca di talenti della nuova frontiera sudamericana. Giunsero così nella nostra massima serie alcuni calciatori colombiani, che ebbero alterne fortune.
Il più famoso fu senza dubbio l’attaccante Faustino Asprilla, acquistato dal Parma per qualche miliardo di lire. Il calciatore di colore era dotato di colpi di autentica genialità. Giocò qualche discreto campionato condito con vari e tormentati ritorni in patria che misero in dubbio la sua serietà come atleta, ma non certo quella di tiratore scelto.
Con lui giunsero altri “memorabili” colombiani accompagnati, quasi sempre, dalla fama di fenomeni.
A Napoli, sempre via Parma che all’epoca con Tanzi aveva affari nella terra dei “cartelli”, giunse il centrocampista Freddy Rincon. Fisico elefantesco e che dell’elefante aveva anche la velocità…. Nonostante i sette gol segnati nel capoluogo partenopeo non lasciò un grande ricordo.
Uno dei colpi "migliori" fu sicuramente l’acquisto da parte dell’Atalanta, dell’allora presidente Percassi, di Renè Valenciano. Acquistato per rimpiazzare Caniggia, passato alla Roma, riuscì a disputare 5 gare prima di essere rispedito repentinamente al Junior Barranquilla, squadra da cui era stato prelevato qualche mese prima. Cronache del posto lo danno ora nei guai con la giustizia a causa di una sparatoria in cui si è trovato coinvolto, forse in compagnia di Asprilla...
Con titoloni roboanti fu presentato anche “El Tren” Valencia acquistato dalla Reggiana nel 96-97. Valencia segnò 4 reti e l’anno dopo fu ceduto in Bundesliga dove, al contrario di quanto fatto in Italia, disputò discreti campionati indossando anche la casacca del Bayern Monaco.
Sicuramente dimenticato da tutti è stato Jorge Horacio Serna, attaccante acquistato dal Como con cui collezionò solamente 1 presenza in campionato contro il Perugia. Più recente invece è stato l'arrivo in serie A del funambolico Johannier Montano, acquistato appena sedicenne dal Parma. Fantasia allo stato puro ma testa molto "sbarazzina"... Si pensa abbia appeso le scarpe al chiodo alla giovane età di 23 anni.
Oggi in Italia sono rimasti il difensore Ivan Ramiro Cordoba, ottimo calciatore, titolare da diversi anni nell’Inter, ed il ringhioso centrocampista del parma Jorge Bolano.
Forse, insieme con Asprilla, i migliori colombiani giunti in Italia dalla riapertura delle frontiere.
Non basta il goal del solito Ercolano, ad assicurare la vittoria degli aquilotti in quel di Giulianova. La squadra di Mr. Campilongo attenta più a gestire l'immediato vantaggio che a cercare il raddoppio, lascia troppo spazio al Giulianova che in più di una occasione si rende pericolosa fino a giungere al meritato pareggio.
Ora l'importante è non abbandonarsi a facili polemiche, la strada è ancora lunga e tutto è ancora possibile...
AD ANCONA PER VINCERE!
1)
2)
le foto...
Per lui solo un contestatore, per me una curva intera...
Nell'arco di questo strambo campionato anche l'allenatore dell'Albinoleffe, Emiliano Mondonico, ha perso le staffe ed è stato espulso per un "litigio con un tifoso bergamasco". (!) Dalla sua parte un insospettabile avvocato difensore: Carletto Mazzone che ha così commentato l'episodio:"Lui ne aveva uno solo... La differenza tra me e lui è questa. Lui aveva solo un contestatore, io una curva intera quando allenavo il Brescia."
Questo ci consente di regalarvi questa perla...